giovedì 7 agosto 2014

Recensione: Switched. Il segreto del regno perduto di Amanda Hocking

Buonasera a tutti, fiorellini
come state? Come promesso, la recensione è arrivata. Intanto volevo dirvi che oggi mi sono fatta il bagno con lo scrub salino rassodante della Pupa ed è sensazionale. Sembra di stare in una SPA. Dopo si ha la pelle così liscia e morbida. Io di solito mi faccio il bagno con questo "sale" dopo aver corso perché mi rilassa tantissimo. Dovreste provarlo, donzelle.
(Okay questa era una notizia tipicamente femminile ma non ci posso fare niente.)

Autrice: Amanda Hocking 
Titolo: Switched. Il segreto del regno perduto (#1)
Prezzo: € 12,00
Pagine: 284
Editore: Fazi Editore
Collana: Lain


Wendy Everly ha diciassette anni e un carattere insolitamente difficile. Vive con il fratello e la zia in una piccola, noiosa cittadina di provincia. La madre è ricoverata in una clinica psichiatrica, da quando ha tentato di ucciderla il giorno del suo sesto compleanno. È stato allora che Wendy le ha sentito pronunciare per la prima volta un'accusa terribile: di avere in qualche modo preso, alla nascita, il posto del suo vero figlio. Adesso le giornate di Wendy trascorrono pigre, tra un liceo dove non s'impara nulla di davvero eccitante e una vita sociale e familiare prevedibile e monotona, quando va bene. Wendy sa di essere diversa dalle altre ragazze, ha scoperto di possedere un potere oscuro che le permette di influenzare le decisioni altrui, un potere segreto che non può rivelare a nessuno e di cui lei non può ricordare l'origine. A offrirle una inquietante risposta sarà Finn, un affascinante ragazzo da poco in città che si manifesta una notte alla finestra della sua stanza. È infatti lui che le rivelerà la sua vera identità di changeling e le dischiuderà le porte di un mondo attraente e sconosciuto, duro e sconvolgente, e dove la magia è di casa. Un mondo percorso da insidie cui Wendy scopre dolorosamente di appartenere, e dove le è riservato un destino più grande di quanto lei possa immaginare.

Wendy è un’adolescente e conduce una vita apparentemente normale, ma è una ragazza piena di stranezze. Ha non piccoli problemi a gestione la rabbia, comprensibile se si pensa che la "madre", Kim, considerandola un mostro, all’età di 6 anni ha cercato di ucciderla, ritenendo che non fosse sua figlia e che fosse stata scambiata col suo vero bimbo. Wendy è l'ennesima volta che si trasferisce in una nuova città, col fratello e la zia. Qui la ragazza incontra e si innamora, ricambiata, da Finn. Ma il loro è un amore impossibile.
Grazie a Finn Wendy scopre chi e cosa è veramente e perchè non si sia mai sentita parte di nulla. La sua vera vita, infatti, è destinata a svilupparsi su altri percorsi e in altri luoghi.

Nessuno aveva mai creduto a questa storia, ma era vera, ed era stato in quell'occasione che avevo capito che potevo costringere le persone a fare delle cose con la sola forza del pensiero. Stavo pensando che avrei tanto voluto la sua moto, poi l'ho guardato e ho capito che mi stava ascoltando, anche se non avevo aperto bocca. Dopodiché, mi ero ritrovata alla guida della sua motocicletta.

Da quando è uscito questo libro, ho desiderato leggerlo, ma ormai noi blogger ci conosciamo: è alquanto impossibile leggere un libro (o poco probabile) appena esso esce. Quindi nulla: è uscito il primo, il secondo e il terzo. Meglio di così direi che si muore. Ma sono arrivata anche io a leggere questo libro e, finalmente, dopo aver letto tanti pareri, posso dire il mio.
Inizio dicendo che ho amato la leggerezza della storia e il modo spensierato in cui è scritta. Leggerla è stata un vero e proprio relax per i miei nervi. Ho trovato la Hocking una scrittrice brava, fresca e capace di far vivere sulla pelle dei lettori ciò che ha in testa. Mi è piaciuta tanto.
Mi è piaciuta poi la circostanza della protagonista. Una protagonista un po' sfigata, se mi fate passare la parola, non gliene va bene nemmeno una alla nostra cara Wendy. Mi è piaciuto il fatto che si sentisse completamente fuori posto ovunque. A mio parere, rispecchia la verità dei giorni nostri. La verità è importante.
Ho amato Wendy, molto. Ma non la sopportavo quando Finn se ne "andava": diventava viscida e cambiava completamente. Volevo urlarle "cavolo ragazza, datti una mossa che qui sto per darti uno schiaffo!".

"Trylle? Cosa sarebbe, un cognome?" gli chiesi.
"No", rispose Finn con un sorriso. "Trylle è il nome della nostra 'tribù', per così dire". Aveva iniziato a massaggiarsi una tempia. "E' difficile da spiegare. Siamo... ehm... troll".
"Mi stai dicendo che sono un troll?", inarcai un sopracciglio, concludendo che doveva essere completamente pazzo.

Mi è piaciuto il modo in cui la società Trylle è suddivisa, ma non ho apprezzato che Rhys sia umano (e basta). In questo modo, ovviamente, lui diventa bleah e quel cretinetto di Finn diventa super. E' stato un modo che non ho approvato per spingere ancora di più la protagonista al cacciatore: a me piace tanto Wendy con Rhys e questa sì che sarebbe una grande svolta per la società Trylle.
Insomma, come avete capito, non mi è piaciuto per niente Finn. Un pallone gonfiato e basta. Non ha nemmeno un carattere vero e proprio, a mio parere.
Al contrario ho amato Elora e gli altri personaggi. L'unico che proprio non mi va giù è, appunto, Finn (al rogo).
Un'altra piccola cosa che, sì, mi rende felice ma devo proprio commentare è il finale. E' con Rhys quindi sono felice, potrebbe accadere qualcosa tra loro, ma la fuga è così poco credibile che non ci voglio nemmeno pensare un secondino.

"Manks", disse indicandosi con il pollice. "Devo considerarmi fortunato già solo per aver avuto il permesso di venire".
"Oh", abbassai gli occhi, mettendomi a fissare il pavimento mentre riflettevo su ciò che aveva appena detto. "Non vorrei sembrarti sgarbata né niente, anche perché sono contenta che sei qui ma... come mai ci sei?".
"Non lo sapevi?" mi chiede Rhys sorridendo ringalluzzito. "Sono il manks più altolocato del regno".
"E perché?". Inclinai il capo da un lato, perché non riuscivo a capire se mi stesse prendendo in giro o meno, ma vidi la sua espressione farsi più seria.
"Perché sono tuo", rispose sottovoce.

Sicuramente un bel libro, semplice e fresco. Con una storia bella e divertente. Sicuramente la protagonista vi farà ridere.
Bisogna poi premiare la Hocking per la visione differente che ci ha offerto dei troll, grazie Hocking. E grazie anche per i capelli ribelli, so cosa vuol dire e mi sono sentita compresa. Appena posso, leggerò il seguito perché sono molto molto molto curiosa.

6 commenti:

  1. Ce l'ho in wishlist da un pò haha *_*
    Bella recensione ;)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie, Nic *-*
      Beh, se ce l'hai in wishlist devi leggerlo v.v

      Elimina
  2. L'ho letto un paio di anni fa, e mi ricordo che non mi aveva proprio fatto una bella impressione :-/

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Davvero? Perché? Mi piacerebbe sapere la tua opinione c:

      Elimina
  3. Sinceramente mi sembra un fac-simile della serie Wings della Pyke, ma può darsi che mi sbaglio >.< comunque nonostante la tua recensione positiva non credo lo leggerò u.u

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non so, Rosa. Non avendo letto Wings non ho idea :/

      Elimina

Commenta, forza, terrò stretto stretto il tuo pensiero ♫