domenica 23 novembre 2014

Recensione: Un gatto, un cappello e un nastro di Joanne Harris

Buonasera a tutti,
dopo aver schematizzato un bel po' di pagine di italiano, sono riuscita a trovare il tempo di leggere Un gatto, un cappello e un nastro di Joanne Harris e l'ho finito.
Questo libro mi è stato gentilmente mandato dalla casa editrice, che ringrazio tantissimo.

Titolo: Un gatto, un cappello e un nastro
Autore: Joanne Harris
Editore: Garzanti
Pagine: 249
Prezzo: € 18,60

Che cosa porteresti con te su un'isola deserta? L'autrice di Chocolat non ha dubbi: un gatto, un cappello e un nastro. Tre oggetti in apparenza comuni che all'occorrenza sono in grado di far scaturire una miriade di immagini e di storie. Perché raccontare per Joanne Harris è un modo di affrontare la vita e le sue sfide: niente è impossibile per l'immaginazione, e se riusciamo a immaginare ci sarà sempre un finale inaspettato per ogni giorno della nostra vita.
I racconti di Joanne Harris raccolti in Un gatto, un cappello e un nastro sono legati tra loro come scatole cinesi: basta aprirne una per scoprirne infinite altre, nascoste a una prima occhiata e per questo ancora più preziose. Storie popolate da personaggi profondamente umani, alle prese con difficoltà come il dolore di un lutto o lo svanire di un desiderio da tempo inseguito. Personaggi che nella fantasia e nella parola trovano non solo una via di fuga, ma anche una risorsa inesauribile di speranza e di forza di volontà. È il caso di Ngok e Maleki, due ragazzine africane che rifiutano di piegarsi a un destino di privazioni. O di Faith e Hope, anziane signore che, escluse dalla gita al mare della casa di riposo in cui vivono, si vendicano smascherando, con passione da detective, un grave sopruso. O di Maggie, che nella pasticceria troverà la dolcezza che la vita le ha negato. E ancora, ragazzini abituati a viaggiare più nella rete che nella realtà; una madre a caccia del figlio perduto fra le maglie insidiose di Twitter; un attore alla ricerca di una nuova vita e di una nuova casa che si rivelerà già occupata da una famiglia di fantasmi; un aspirante investigatore più portato all'avanspettacolo…

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Era quasi come se, nel togliere strati della vecchia casa, anche lui si stesse liberando di uno strato di qualcosa: di pelle, oppure di passato. Lavorando da solo nella casa vuota, cantava fra sé per la gioia; e, per la prima volta, il vecchio dio, polveroso e dimenticato, venne ignorato senza essere placato.
Chi conosce già questo libro sa quanto sia impossibile riassumere la trama di questo libro in quanto non ne abbia una vera e propria. Chi non lo conosceva, adesso lo sa.
Il libro della Harris è, appunto, un insieme di racconti. E' diviso in capitoli e ogni capitolo narra temi e storie differenti. E' la prima volta che leggevo quest'autrice e sarebbe, quindi, stata o una piacevole scoperta o una scrittrice da dimenticare. Joanne è stata una scoperta piacevolissima e sto già contando di acquistare tutti i suoi romanzi.
Uno stile particolare, spontaneo e, molto spesso, dolce. Di una dolcezza nostalgica.
E' buffo, ma non si direbbe che è Natale. Per una volta, il calendario dice che lo è, una volta tanto sono al passo con il resto del mondo. Perfino un orologio rotto è giusto due volte al giorno, come diceva sempre Phyllis, ed è così che mi sento in questo mattino di Natale. Un orologio rotto, tutto quadrante e niente tic-tac.
Ad ogni brano avevo la sensazione di iniziare un nuovo libro anche se, sotto sotto, tutti i racconti sono collegati. O, per meglio dire, tutti i protagonisti hanno una cosa che gli accomuna: una visione completamente diversa (e bellissima) del mondo.
Alcuni racconti sono talmente irrazionali e fuori dalla nostra immaginazione che sembra di leggere delle favole mentre altri sembrano essere stati scritti appositamente per noi. Mi sono ritrovata in moltissimi personaggi, è stato confortante.
Il finale dei brani è sempre aperto ma, comunque, non lascia mai l'amaro in bocca. E' sempre un arrivederci dolcissimo che ci consente di immaginare la continuazione della storia anche se, ve lo anticipo, alcune storie e alcuni personaggi si ritrovano nel corso del libro, e, ogni volta che ciò accade, è un po' come ritornare a casa.
Aveva un nome straniero, svedese o qualcosa del genere, anche se gli amici la chiamavano Sunny, e aveva delle margheritine ricamate sull'orlo del vestito giallo - o forse erano margherite vere, non saprei - e portava dei sandali estivi fatti di corda verde, e mi sono innamorato di lei seduta stante, di colpo, senza alcun preavviso, come uno scroscio di grandine.

Un libro diverso dagli altri, poetico che, chi lo sa, magari vi farà adottare una visione del mondo un po' più colorata e speciale.

6 commenti:

  1. Sono contenta che lo stile della Harris ti abbia colpito positivamente, e che questi racconti ti siano piaciuti, sicuramente me li leggerò! Mi è proprio venuta voglia di leggermi qualcosa di suo adesso :3

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  2. Ne ho sentito (letto, in realtà) parlare sia bene che male. Spero che non mi deluderà perché l'ho preso da tempo. Della Harris fin ora ho letto solo Chocolat che ho trovato incantevole.

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    1. Io voglio leggere Chocolat da tempi immemori, Muriomu!

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